Pieroni a Ponsacco: “Tornerò ogni tre mesi se sarò eletto”

“Se sarò eletto, al massimo ogni tre mesi sarò sui territori a riferire cosa accade in consiglio regionale, perché senza Provincia, la Regione rischia di essere troppo lontana dai territori. Io non smetterei di ascoltarvi se fossi eletto: ma voi lo sapete, ascoltare la gente è una cosa che ho sempre fatto, anche da presidente della provincia di Pisa”. Lo ha detto Andrea Pieroni questa mattina 28 marzo, in una sala Valli gremita. Moderato dal giornalista Mario Mannucci e organizzato dal vicesindaco di Ponsacco Fabrizio Gallerini e da Francesco Burgalassi, l’incontro con il candidato al consiglio regionale della Toscana ha portato a Palazzo Valli un centinaio di persone.

In sala anche Matteo Giusti, neo presidente provinciale di Cna e Romano Pucci, presidente di Confartigianato Pisa, oltre al segretario del Pd Ponsacco Luca Favilli. Pieroni si trova a suo agio nel ruolo di amministratore e non ha mai fatto mistero di temere per le competenze acquisite dagli uffici provinciali, che rischiano di essere disperse o polverizzate dalla riforma in corso. “Usare quelle competenze, acquisite in dieci anni passati in giro per i territori della Provincia, a favore di Regione e cittadini” è la ragione profonda della candidatura di Pieroni, che conosce “con chiarezza le competenze ed esigenze reali dei territori, come la tutela del patrimonio ambientale o l’agricoltura. A Natale 2009 ero sul Serchio, poi a Roffia, sull’Arno a Pisa e potrei continuare ancora: ho seguito personalmente gli interventi per la sicurezza del territorio e mi sono impegnato per provare a garantire gli altri, come i due lotti per lo Scolmatore ancora senza finanziamento”.

Cemento sì, anche per dare una spinta alla ripartenza del settore costruzioni, ma con parsimonia. Per Pieroni, “Servono incentivi all’edilizia e servono anche politiche di recupero dei volumi già esistenti, nei centri più grandi come in quelli più piccoli. Serve incentivare la sicurezza del territorio ed è necessario garantire una manutenzione costante e ordinaria”. Più facile da perseguire, come il mantenimento complessivo dei servizi, con fusioni e unioni di comuni.

“Un nuovo assetto istituzionale è necessario – per Pieroni -. Quella scelta dal Pd è la strada giusta, ma bisogna costruire delle unioni tra territori omogenei e compatti che lavorano con una certa sinergia, per avere servizi migliori e risparmiare sui costi, pur mantenendo le identità storiche e le dignità dei territori: la Toscana ha più di 200 comuni”. Cosa terrebbe Pieroni dei cinque anni di governo di Enrico Rossi? Se dovesse scegliere poche cose, allora sarebbero “il progetto GiovaniSi, il contributo affitti e gli incentivi per le aziende che, nonostante i tagli e i vari cambiamenti interni alla giunta, sono stati strumenti fondamentali per i giovani. In generale, è la ripresa economica il tema fondamentale su cui lavorare”, a partire dal credito alle imprese, per cui la Toscana “deve trovare risorse e mezzi per finanziare progetti significativi per permettere alle piccole e medie imprese di ripartire e di favorire le opportunità di crescita del territorio”. Senza dimenticare la formazione, che deve partire dalla scuola, aumentando le occasioni di sinergia con le imprese. “Dobbiamo ridare dignità agli istituti professionali e tornare a formare artigiani, senza i quali il Made in Italy non può essere un affare anche nostro, della nostra provincia e dei nostri territori. Sono a Ponsacco, quindi penso al Mobile, ma anche all’indotto Piaggio: le botteghe, l’esperienza, la competenza sono una ricchezza. Dobbiamo farlo perché così si insegna davvero un mestiere da utilizzare fin da subito, sul proprio territorio e a favore di quel territorio. Investendo in formazione e innovazione, inoltre, non bisogna guardare solo ai grandi poli industriali, ma anche alle piccole realtà che fanno la differenza e sono lo stimolo a non delocalizzare. Con attenzione alle piccole e medie imprese, che sono la spina dorsale del nostro tessuto economico”.

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