FLAT TAX, ANCHE NO!

Flat Tax, una proposta intrigante che suscita sicuramente interesse ed attenzione. Va a colpire indiscutibilmente uno dei nervi più scoperti e sensibili. Anche in questa campagna elettorale, una delle richieste più ricorrenti e pressanti, specie tra gli imprenditori, è senz’ altro la riduzione della pressione fiscale. E su questo si deve lavorare sodo! Ma la flat tax proposta dal centrodestra nelle diverse versioni di Lega e Forza Italia non è la soluzione. Sempre che non si voglia ribaltare il principio costituzionale della progressività previsto dall’ articolo 53 della Carta. Sempre che non si vogliano sottrarre risorse fondamentali ( almeno 50 miliardi di euro nella migliore delle ipotesi) per assicurare servizi pubblici essenziali ed i principi di giustizia ed equità sociale.

La flat tax si basa sul criterio della perfetta proporzionalità a prescindere dal livello di reddito. Per fare un esempio, se in un anno hai guadagnato 100.000 euro e, mettiamo, la flat tax fosse al 20%, si pagherebbero 20.000 euro di tasse. Se il guadagno fosse di 30.000 euro si pagherebbero 6.000 euro di tasse. Ebbene, la differenza di reddito sarebbe pari a 70.000 euro, mentre la differenza a livello di tassazione sarebbe di appena 14.000 euro. Siamo sicuri che ciò sia equo? L’equità a mio modo di vedere è meglio garantita da un sistema progressivo, per cui chi più guadagna più paga in termini di aliquote crescenti. E siamo sicuri che tale regime farebbe emergere nero ed evasione? O piuttosto si ridurrebbe ad un metodo che rischierebbe di capovolgere il principio di Robin Hood? E poi qualcuno dovrebbe dirci dove recuperare o tagliare per far fronte alle decine di miliardi di euro che mancherebbero alle casse dello stato. E non mi sembra cosa da poco!

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